La Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Ravenna ha partecipato attivamente alla rassegna faentina contribuendo con un premio in denaro alla riuscita della manifestazione dal 1952 al 1995. Nelle edizioni del 2003 e del 2005 è tornata a sostenere la manifestazione mettendo in palio una medaglia d’oro.
49° Premio Faenza (1995)
Motivazione
L'opera 'Tor' di Louis Frank ha un chiaro concetto. È solida come una casa e, a prima vista, sembra univoca, ma allo stesso tempo rivela un senso doppio (forse non senza riferimenti politici). La porte è allo stesso tempo aperta e chiusa, aperta se vista da lontano e chiusa come un labirinto qualora si voglia penetrarla o attraversarla. Con questi mezzi l'opera raggiunge una qualità monumentale, ma può essere apprezzata come opera d'arte puramente ceramica. il trattamento della superficie dà all'opera fortissime qualità ceramiche.
46° Premio Faenza (1989)
Motivazione
Per avere realizzato in dimensione monumentale e con preciso dominio della tecnica un'opera rappresentativa del neo-minimalismo giapponese "Mono-Ha".
45° Premio Faenza (1987)
Motivazione
Installando sul muro forme e linee sottili ed in movimento l'una verso l'altra e con la scelta dei materiali, Marylin Dintenfass ha realizzato un oggetto in cui la materia è diventata meno importante e ha lasciato posto a sorprendenti trasparenze e movimenti ottici.
44° Premio Faenza (1986)
Motivazione
Il premio viene assegnato per il complesso delle tre opere "Mutamento I", "Mutamento II" e "Mutamento III".
I tre elementi verticali che formano il composito pannello denotano nell'artista l'intelligenza di cogliere suggestioni della natura - come il cielo - attraverso l'uso di materiali ed apporti concettuali diversi.
42° Premio Faenza (1984)
Motivazione
I grandi frammenti di cretti, dal sapore antico, l'artista sembra riflettere elementi naturali e tracce dell'uomo risolte con suggestione materica.
41° Premio Faenza (1983)
Motivazione
La forma richiama un archetipo della ceramica - il vaso - ma nello stesso tempo lo nega sfondandolo, come il falso spessore realizzato a vuoto in doppia parete riacquisisce all'oggetto la grande leggerezza della porcellana, mentre le stesure comatiche proiettano la forma stessa in dimensioni stranianti.