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Passeggiando…

Immagini

Dettagli

Diametro (cm): 21

Materia e tecnica: porcellana smaltata lucida

Tecnica: decorazione a mano con smalto a terzo fuoco con aggiunta di oro in cottura per finitura opaca del disegno

Stato di conservazione dell'Opera: restituita

“Un viaggio di molte miglia comincia sempre col primo passo.”

Passeggiando… è un percorso nella memoria, è una rivisitazione del superfluo, del decoro, caricato di valori interiori e di capacità evocative. Al di là della sua funzione d’uso, l’oggetto ceramico è stato spesso rivestito, abbellito con segni, colori, decori. Il decoro ha in effetti da sempre assunto un ruolo di potenziamento visivo dell’oggetto d’uso ed ha vissuto felicità variabili nella storia. Esso ha anche significato la  rappresentazione di un tempo, di luoghi, di costumi. Storicamente ha rappresentato un canale mediatico, uno strumento di divulgazione di realtà diverse non diversamente rappresentabili. Era il racconto dei luoghi. Ma al di là dei tempi e delle tecnologie, che hanno a volte relegato il segno nell’espressione di una moda, un abito su di un corpo, da cambiare in ragione delle occasioni, il disegno su di un oggetto può rivestire ancora il più nobile ruolo da raccontare. Non è necessario cambiare genere o tema rappresentativo. Il paesaggio, la veduta, ad esempio, trova oggi altri canali di veicolazione, ma rappresenta qui il pretesto per determinare, attraverso un oggetto o meglio una sequenza di oggetti, un’ esperienza visiva. Ecco allora che il tema classico perde la verosimiglianza e resta come traccia, come suggestione. E si sviluppa da un oggetto all’altro come una sequenza di punti di vista, quasi a restituire il movimento, quasi come se si stesse camminando, passeggiando, in luoghi che non si possono diversamente visitare, quelli dell’ immaginario, cercando di rinvenire nella fantasia e nella memoria una più esatta rappresentazione. Dicevamo appunto l’ immaginazione. Quello delle vedute è un patrimonio fatto di molto immaginario, di conoscenze e di manualità che andrebbe indirizzato verso un “massimo di innovazione”, ovvero ricondotto ad una più attenta corrispondenza alle modificazioni degli stili di vita e di consumo. Il solo negare il valore d’uso ed evocativo del tempo presente agli oggetti (relegandoli al ruolo di “superfluo”) è una forma di distrazione dalla missione di conferire ai prodotti la giusta forma per soddisfare bisogni, colori e decori appropriati per comunicare e personalizzare. Si parla qui di un superfluo da interpretare alla coerenza e intensità di valori interiori. Ecco, questi contenuti andrebbero recuperati per un’ azione reale di continuità all’interno di un operare in sintonia con la nostra contemporaneità. Ogni giorno trascorso comporta una diversa domanda; le forme dell’ utile del necessario e del superfluo sono sempre diverse, ciascuna reca i segni del tempo storico, i segni inequivocabili degli accadimenti contingenti; è diversa da quella prodotta il giorno precedente e seguente, pur all’interno di una fenomenologia che ha caratteri precisi e riconoscibili per continuità e costanza. Con quest’opera si è indagato, innanzitutto, sulla interazione di temi iconografici desunti dalla consuetudine, conservando i contenuti comunicativi, ma riconducendoli ad una figuratività riconoscibile come espressione del tempo attuale, fatta di gestualità rapide e sintetiche, di esperienza oltre che d’uso.

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